Venerdì 28 settembre 2018
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Qo 3,1-11; Sal 143; Lc 9,18-22
18 Un giorno, mentre Gesù si trovava in un luogo appartato a pregare e i discepoli erano con lui, pose loro questa domanda: «Chi sono io secondo la gente?». 19 Essi risposero: «Per alcuni Giovanni il Battista, per altri Elia, per altri uno degli antichi profeti che è risorto». 20 Allora domandò: «Ma voi chi dite che io sia?». Pietro, prendendo la parola, rispose: «Il Cristo di Dio». 21 Egli allora ordinò loro severamente di non riferirlo a nessuno.22 «Il Figlio dell’uomo, disse, deve soffrire molto, essere riprovato dagli anziani, dai sommi sacerdoti e dagli scribi, esser messo a morte e risorgere il terzo giorno».
Oggi, come ogni volta che la liturgia ci presenta questo brano, dovremmo interrogarci su chi sia Gesù per noi. Proviamo a farlo, oggi, adesso? Non rispondiamo a memoria, perchè dire Gesù è il Cristo, pur essendo perfetto, non chiarisce cosa comporti per noi, oggi, accettare questa verità. Se non ci vengono in mente le conseguenze per noi di questa affermazione, essa è superficiale. Infatti Gesù a Pietro comincia a spiegare cosa voglia dire essere Cristo, cioè accettare la croce per risorgere a una vita nuova. Qual è la nostra croce? Qual è la vita nuova?
UN PROPOSITO UN INTERCESSIONE UN GRAZIE UN PERDONO
Un pensiero per riflettere Chi è che ogni notte rimette a posto i sorrisi degli uomini, dopo che si sono addormentati? Chi è che riordina le linee e i bordi e gli angoli della bocca che durante il giorno si sono deformati per la tristezza o la stanchezza? Forse è un angelo che fa tutto questo.
(Fabrizio Caramagna)