Martedì 4 settembre 2018

1Cor 2,10b-16; Sal 144; Lc 4,31-37

Poi discese a Cafarnao, una città della Galilea, e al sabato ammaestrava la gente. Rimanevano colpiti dal suo insegnamento, perché parlava con autorità. Nella sinagoga c’era un uomo con un demonio immondo e cominciò a gridare forte: «Basta! Che abbiamo a che fare con te, Gesù Nazareno? Sei venuto a rovinarci? So bene chi sei: il Santo di Dio!». Gesù gli intimò: «Taci, esci da costui!». E il demonio, gettatolo a terra in mezzo alla gente, uscì da lui, senza fargli alcun male. Tutti furono presi da paura e si dicevano l’un l’altro: «Che parola è mai questa, che comanda con autorità e potenza agli spiriti immondi ed essi se ne vanno?». 37 E si diffondeva la fama di lui in tutta la regione.

I Vangeli riportano chiaramente varie difficoltà che ha incontrato Gesù nel portare il suo annuncio. Questo fatto li rende molto più credibili che se avessero sempre solo esaltato gli effetti del passaggio di Gesù. In questo brano viene testimoniata la reazione di paura. Non credo che sia un atteggiamento necessariamente negativo. Non è negativo se fa parte di un passaggio, di una maturazione. Chi ci indica un percorso, anche bello, pieno di senso, e lo fa con autorevolezza e determinazione, accompagnando le parole con gesti, può farci un po’ paura, perche ci può spaventare aderivi anche noi, perderci in esso, fare delle scelte e quindi delle rinunce che ci appaiono radicali e dalle conseguenze imprevedibili. Ma siamo ancora qui, ad ascoltare la sua parola, affascinati da chi ha amato così tanto ciascuna persona umana, da darsi totalmente.

UN PROPOSITO UN’INTERCESSIONE UN GRAZIE UN PERDONO

Un pensiero per riflettere

È mezzogiorno. Vedo la chiesa aperta. Bisogna entrare.
Madre di Gesù Cristo, non vengo a pregare.
Non ho niente da offrire e niente da domandare.
Vengo solamente, Madre, a vederti.
Vederti, piangere di felicità, sapere questo:
che sono tuo figlio e Tu sei qui.
Solamente per un momento mentre tutto si ferma.
Mezzogiorno! Stare con Te, Maria, in questo luogo dove Tu stai.
Non dire niente, guardare il Tuo viso,
Lasciare cantare il cuore nel linguaggio che gli è proprio,
(Paul Claudel)