A Lourdes

Quando noi ragazzi di Alba siamo partiti con l’Unitalsi per il pellegrinaggio a Lourdes, abbiamo notato negli occhi di tutti la paura di non essere all’altezza del compito che ci avrebbero assegnato e la paura di aver intrapreso un percorso troppo grande rispetto alle nostre capacità. Però poi abbiamo realizzato che non servivano abilità particolari ma era sufficiente scherzare con loro e sentire le loro storie come fossero nostri amici  da tempo.

A volte lo sforzo fisico era pesante ma poi bastava un loro “grazie” dal cuore o un loro sorriso a ripagare tutte le fatiche e a farti andare a dormire soddisfatto di ciò che avevi fatto.

Abbiamo imparato dagli anziani e dagli ammalati a sfruttare al meglio ciò che Dio ci concede, ad essere forti anche nei momenti duri e a vivere la vita con serenità. Tra volontari e malati si crea un legame perché entrambi sperano che, con l’aiuto della Madonna, la loro vita possa migliorare. Per la prima volta, noi ragazzi, ci siamo sentiti veramente utili: spingendo le carrozzine percepivamo che la nostra presenza lì, in quel momento, era importante per qualcuno.

Da soli non saremmo riusciti ad affrontare un impegno simile ma la consapevolezza di far parte di una squadra e di avere dei nuovi amici su cui contare ci ha dato la forza necessaria. Questa magnifica esperienza ha cambiato il nostro modo di fronteggiare le difficoltà quotidiane. E ora siamo pronti a dire “Si, sono un volontario dell’Unitalsi e ne sono orgoglioso”.

L’anno prossimo chi viene con noi?

Marta, Sara e Lucrezia