n.93 del 17 dicembre 2017

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LA LETTERA DEL PARROCO

Cari amici di Mussotto, Piana Biglini e Scaparoni
è bello come sacerdote celebrare il Natale in parrocchia, circondato dall’affetto di tante persone, diventate nel corso del tempo, non solo note ma “care” nel senso più alto della parola, in quanto abbiamo condiviso momenti lieti e difficili, sereni e sofferti.
Rimane importante non lasciarsi travolgere dall’onda dei ricordi, perché guardare al passato comporta il rischio di non vivere il presente, l’oggi.

L’OGGI DEL NATALE
Nel racconto storico ma anche poetico della nascita di Gesù, l’evangelista Luca ci mette in guardia da questa deriva. Ai pastori l’Angelo reca l’annunzio con le parole solenni: “ Vi annuncio una grande gioia: Oggi è nato per voi un Salvatore”.
Lo stesso invito viene oggi rivolto a noi, perché in ogni Natale è attuale il monito che riporta Giovanni all’inizio del Vangelo: “ Venne tra i suoi, e i suoi non l’hanno accolto. A quanti però lo hanno accolto ha dato potere di diventare figli di Dio..perché da Dio sono stati generati”.
Sono forti queste parole rivolte ai credenti. Nel Credo che si prega in ogni Eucaristia, si parla di Gesù come colui che non è stato creato da Dio, ma generato. Lo stesso verbo viene usato da Giovanni verso coloro che si aprono alla fede nel Signore.
Dobbiamo affermare con forza che il Natale non è solo memoria della nascita di Gesù ma anche della nostra nascita come figli di Dio, generati dal suo Amore.

MA TUTTO SEMBRA ALLONTANARCI DA QUESTA VERITA’ E QUINDI IMPEDIRCI L’ACCESSO ALLA GRANDE GIOIA DI DIO, perché sulla grotta di Betlemme, vista l’assenza degli umani, sono gli Angeli che cantano: “Gloria a Dio nell’alto dei cieli e pace in terra agli uomini che egli ama”.

A NATALE DIO GETTA IL PONTE DEFINITIVO TRA CIELO E TERRA, un ponte che nessuna cattiveria riuscirà a distruggere, come afferma Gesù nel discorso di addio agli Apostoli: “ Le porte degli inferi non prevarranno mai”.
E’ incredibile ma sembra far parte dell’uomo il desiderio di costruire sempre dei muri nei confronti dei fratelli.
Oggi la città Santa, Gerusalemme, è attraversata da un muro che in certi punti è alto 8 metri, per separare Ebrei dai Palestinesi.

DIO CERCA L’UOMO, COME L’INNAMORATO CERCA LA PERSONA AMATA, MA L’UOMO FUGGE, quasi ha paura del suo amore. In fondo ci fa più paura un Dio che ci ama che non un Dio che ci castiga, perché siamo consapevoli, forse a livello inconscio, che nulla è più esigente dell’amore, che preferisco tradurre con: amicizia, fraternità, solidarietà.

E QUI SI IMPONE A TUTTI UN INTERROGATIVO: MA IO CERCO DIO? COME E DOVE LO POSSO INCONTRARE?
Non ci dobbiamo scoraggiare, perché leggendo il Vangelo sono veramente poche le persone che lo cercano.
Gesù si lamenta: voi mi cercate perché avete visto dei miracoli e volete che continui a compiere tali prodigi. Mi cercate quando avete l’acqua alla gola e non sapete più a chi rivolgerci, “proviamo anche con Dio, non si sa mai”, parole di una nota canzone.
Dopo il miracolo dei pani e dei pesci, seguito dal discorso duro del pane di Vita dell’Eucaristia, viene abbandonato da tutti; rimangono i dodici Apostoli e Pietro è sincero: rimaniamo perché non sappiamo a chi rivolgerci per avere parole di vita di speranza.
Ed il grande evento della Resurrezione? I Discepoli vanno al sepolcro, non c’è più il corpo del Signore ma se ne ritornano a casa: solo Maria Maddalena rimane.

COME POSSO RISVEGLIARE IN ME IL DESIDERIO DELL’INCONTRO CON IL SIGNORE, PER DARE SENSO E SIGNIFICATO AL NATALE?
E’ facile fermarsi a livello commerciale, quello che ci impone la pubblicità; a livello affettivo, umano, esistenziale: i doni, il pranzo natalizio, gli scambi augurali; a livello religioso: Messa della Notte, Chiese piene, canti natalizi, emozioni…
Ma il Natale della fede, inteso come incontro con il Signore non è facile, perché richiede tempo, preparazione, silenzio.
Ed il tempo è così pieno di mille impegni, siamo sempre di corsa, con lo sguardo all’orologio o al cellulare; ed il silenzio? Ci fa paura, per fortuna che c’è la TV.

La comunità e la tradizione della Chiesa propone la Novena: 30 minuti di preghiera, lettura del Vangelo, seguito da una breve riflessione.
La mia conclusione è semplice: se mantenete fede a questo impegno, la Messa della Natività del Signore non vi piomba addosso, ma insieme la potremo vivere, gustare e lascerà un piccolo segno per continuare il nostro cammino di fede.
Ritornando al tema che mi sono imposto: “come risvegliare in noi il desiderio della ricerca di Dio”, sono consapevole che è veramente poco quello che vi ho proposto. Ma ho sempre in mente il detto: “chi troppo vuole, nulla stringe”; a volte si afferma: “meglio pochi ma buoni”; preferisco: “se siamo in tanti è meglio”.
All’inizio dell’anno catechistico, ho consegnato a tutti i genitori un foglio con le 8 preghiere tradizionali da pregare con i propri figli. Spero siate stati fedeli all’impegno preso; la Novena si collocherebbe in un contesto di cammino di fede.
Coraggio: Dio ci è venuto incontro, non con la sapienza del dotto o la potenza del ricco, ma in quell’immagine piena di tenerezza che Luca nel racconto della nascita, ripete tre volte: “troverete un bimbo, avvolto in fasce, che giace in una mangiatoia”. Questo è stato il biglietto da visita dell’Onnipotente.

Auguri fraterni, don Franco